
UMANA COMMEDIA
(agosto 1994) (acrilici su tavola 31x110cm)
L'idea trae ovviamente origine da reminiscenze dantesche e reinterpreta il classico tema del divino giudizio finale della razza umana. Si tratta di un delirio visivo che indica un tumultuoso ammasso di corpi dannati, contorti in uno spasmo collettivo privo di una precisa possibilità di scampo. Un mare agitato di corpi inquieti e sofferenti. La mia visione è tutta giocata su colori che richiamano l'attenzione sul risucchio della parte alta del quadro dove potrebbe essere rappresentata la probabile via della luce, del riscatto, della salvezza. Nel complesso la cosa appare drammatica e convulsa ma si salva nella potenza vitale esplosiva del colore, che abbraccia tutto l'iride.